bdsm
Nicola
di MissSerena
28.07.2024 |
2.121 |
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"“E c’è bisogno di dirlo ! Certo che me la scoperei, e se vuoi, scoperei anche te..."
In realtà questo racconto può esser inserito in diverse categoria, però credo che per un uomo vedere due donne fare sesso fra loro, e non poter intervenire sia "leggermente" sadico.“Ragazzi non sapete come scopano le grasse ! Dovete capire che siccome non le vuole nessuno, quando trovano un cazzo che le cerca diventano delle assatanate. Quindi se volete un consiglio, nelle app cercate le grasse e la scopata è assicurata.”
Si sa che gli uomini al bar si vantano anche di quello che non hanno mai fatto, ma le parole di Vittorio sembravano vere, e poi non c’era nessun pericolo nel provarci, se non quello di prendere l’ennesimo due di picche.
Così mi feci suggerire un paio di app, per poi creare un mio profilo abbastanza tranquillo, e quindi iniziare la caccia con non poche speranze di concludere finalmente qualcosa dopo mesi d’astinenza.
Una delle prime ragazze che mi piacquero fu Amalia, non solo perché a parte il peso era piuttosto carina, ma aveva ben pochi like e ancor meno contatti in chat. Non sapendo come approcciarmi le mandai un messaggio piuttosto banale, scrivendole “dove ci sei tu c’è sempre il sole”.
Lei mi rispose dopo qualche ora con un chiarissimo “Non hai letto sul mio profilo che sono lesbica ? Quindi cazzo vuoi stronzo”.
Mandai un messaggio di scuse, ma quella risposta mi tolse la voglia di continuare la mia ricerca di una facile preda. In realtà non sapevo neanch’io perché fossi così disperato, insomma non ero un clone di qualche attore americano, ma neanche da rischio di finire nella raccolta dell’umido, fosse solo per il mio metro e ottanta che mi dava da solo un aspetto più che dignitoso. Al limite non ero un ammasso di muscoli, anzi fin troppo “secco”, e la mia dotazione si poteva tranquillamente definire nella norma.
Dopo tre giorni, mi comparve un suo messaggio tanto corto quanto esplicito, che recitava “Coglione ci sei?”.
Non so neanch’io perché le risposi, e da lì iniziammo a messaggiare anche se lei lo faceva quando ne aveva voglia, mentre io rispondevo subito. Inoltre, le sue domande furono fin da subito molto esplicite; infatti, spesso mi chiedeva delle mie storie passate, mentre lei rimaneva sempre molto abbottonata quando non era talmente vaga da risultare fastidiosa. La costante è che mi chiamava sempre coglione, tanto che credo non ricordasse più il mio vero nome.
Nonostante ciò, mi sentivo attratto da lei, pur sapendo che non avevo nessuna possibilità essendo lei lesbica, e così continuai a chattare per più di un mese, quando non mi chiese di vederci alle quattro nel parcheggio di un centro commerciale un po’ in periferia.
“Come faccio a riconoscerti.” le scrissi quasi incredulo dalla sua richiesta.
“Coglione hai la mia foto, per non sbagliare sarò nella zona A con la mia Twingo viola.”
Presi la macchina per recarmi in quel centro commerciale neanche fosse il mio primo appuntamento, e la trovai subito anche perché era impossibile non vedere una macchina di quel colore così particolare.
Lei era come nelle foto, anche se dal vivo sembrava ancor più grande, con un seno che pareva non finire mai, i fianchi larghi e un culo gigante. Amalia era però molto femminile, con lunghi capelli castani che le scendevano fin sulle spalle, un trucco marcato ma non troppo, e un vestito ampio che le arrivava alle ginocchia.
“Allora coglione che mi dici, sono di tuo gradimento o t’aspettavi una top model.” mi disse prendendomi in giro.
“No sei come m’aspettavo e tu come mi trovi.”
“Uno sfigato senza senso. Scommetto che ti stai chiedendo perché t’ho voluto incontrare.”
“Sì anche perché proprio non riesco a indovinare.”
“Vedi con un’amica ho scommesso che avrei trovato un coglione disposto a vederci fare sesso, solo legato a una sedia senza neppure la possibilità di farsi una sega, e siccome tu oltre ad esser coglione sei anche segaiolo ho pensato a te.”
La sua proposta era fin troppo chiara, e poco m’importava se l’aveva riempita d‘insulti ai quali oramai facevo poco caso. In fondo chi non ha mai desiderato vedere due donne farlo fra loro, anche senza poter intervenire in alcun modo ?
Accettai fingendo scarso entusiasmo, anche se in realtà avevo il pene già un po’ in tiro al solo pensiero d’assistere a uno spettacolo lesbo dal vivo.
“Lascia qui la macchina che andiamo con la mia, tanto sono pochi minuti.” mi disse salendo sulla sua Twingo.
In poco tempo ci ritrovammo nel suo appartamento dove c’aspettava una sua amica, che volendo era il suo opposto, essendo magra, fin troppo mascolina coi biondissimi capelli corti tenuti su con non so quanto gel.
“Valentina lui è il coglione che ti dicevo, coglione lei è Valentina una mia cara amica molto porca e molto bisex. Adesso spogliati nudo così ti leghiamo per esser sicure che non ci proverai.”
Rimasi così spiazzato da quella frettolosa presentazione che non dissi nulla, ma iniziai a spogliarmi sino a rimanere completamente nudo. A quel punto aiutai Amalia a sistemare una poltroncina da regista un po’ più robusta della media davanti al letto, per poi sedermici sopra e dar loro modo di legarmi i polsi ai braccioli, usando delle semplici fascette da elettricista. Per esser sicure che non mi sarei neanche toccato, il che era difficile ma non impossibile, Amalia mi mise dei guanti da boxe chiusi con dei velcri, e solo a quel punto si rivolse alla sua amica.
“Secondo me il coglione è a posto così, insomma non può fare nulla se non guardare,”
“Anche per me non può neanche farsi una sega, però adesso pensiamo a noi perché ho voglia di godere e so che per te è lo stesso.” le rispose Valentina prima di darle un lungo bacio in bocca.
Le due ragazze presero a spogliarsi a vicenda, prima di mettersi nude in ginocchio sul letto una davanti all’altra, per toccarsi fra le gambe ed iniziare ad eccitarsi.
Fu la bionda la prima a prendere l’iniziativa, spingendo l’altra sul letto per poi salirle sopra, e quasi simulare una scopata mentre la baciava quasi con furore, con le passere si strusciavano una contro l’altra.
Mi ritrovai subito la mazza in erezione, e ben presto iniziò anche a farmi un po’ male non potendo dar sfogo alla mia eccitazione, non sapendo che quello era solo l’inizio della tortura che Amalia aveva preparato per me.
Le due ragazze, infatti, non solo facevano quel che volevano senza badare a me, se non per il fatto di mettersi in modo che io avessi sempre la miglior visione sulle loro parti intime. Così quando Valentina si mise carponi, lo fece mettendo il sedere davanti alla mia faccia, con l’altra che ci giocava usando lingua e dita, stando al suo fianco in modo che potessi vedere quel che faceva senza alcun ostacolo.
“Allora coglione ti piace lo spettacolo ?” mi chiese Amalia ridendo di me.
“Sì e del resto come potrebbe non piacermi, solo ho il cazzo che mi sta esplodendo.” le risposi confessando quel che era palese.
“Per me ti può scoppiare anche adesso, anzi vediamo se riesco a fartelo saltare io. Tu mettiti al mio posto e toccati la fica.” disse Valentina alla padrona di casa prima di mettersi dietro di me.
Con non poco sadismo la bionda iniziò a farmi sentire i polpastrelli sulla cappella, mentre l’altra s’infilava sempre più dita dentro la passera, gemendo in modo osceno.
“Dillo che vorresti scopartela, e pensa ha la fica bella stretta proprio perché non le piace il cazzo.” mi sussurrò all’orecchio Valentina che non smetteva di toccarmi la punta del membro.
“E c’è bisogno di dirlo ! Certo che me la scoperei, e se vuoi, scoperei anche te.” le risposi soffrendo come un cane.
“Invece caro il mio sfigato me la scoperò io, e tu potrai solo guardare.”
“Dai lascia perdere il coglione e mettiti un cazzo finto.” le disse Amalia.
Valentina doveva esser di casa perché non chiese nulla, ma andò dritta verso il secondo cassetto del comò, dove prese uno strap-on che aveva più o meno le dimensioni del mio pene, per poi indossarlo e mettersi in ginocchio davanti all’amica, che in poco tempo lo coprì di saliva.
“Guarda come si scopa una donna.” mi disse con disprezzo Valentina prima di mettersi dietro la sua amica e penetrarla completamente con un paio di affondi.
A quel punto iniziò quasi una gara fra le due a chi m’insultava di più, con una che mi dava sempre del coglione, e l’altra dello sfigato impotente.
“Allora scherzo della natura ti stai divertendo ?” mi chiese irridendomi la bionda “Scommetto vorresti esser qui a scoparti questa puttana lesbica; invece, sei bello legato e non puoi farti neanche una sega del cazzo.”
“Lascia stare lo stronzo e fammi godere.” le rispose Amalia sempre più vicina all’orgasmo “Tanto quello non scopa neppure se paga una puttana.”
Valentina continuò a scopare l’amica senza mai smettere di prendermi per il culo, sino a quando Amalia non venne con un urlo strozzato che mi fece quasi provare paura, per poi cederle lo strap-on e reclamare la sua parte di piacere.
Per farmi arrapare ancor di più, come se fosse possibile superare il massimo dell’eccitazione, Amalia si mise seduta sul bordo del letto, per poi far salire l’amica sopra di sé, che non perse un secondo ad infilarsi il fallo nella passera. A quel punto mi fu impossibile capire se spingesse più una dal basso o l’altra dall’alto, ma quel che era chiaro fu che Valentina godeva come una vacca, e senza nasconderlo in alcun modo.
Vedevo le mani di Amalia reggere le chiappe dell’amica per poterle dare ancora più spinta, ma allo stesso tempo allargare quella rosa di carne che era rimasta inviolata.
Io mi sentivo un coglione al centouno per cento, con la mazza che mi faceva male per il prolungarsi dell’erezione, alla quale non potevo dare sfogo, anzi quelle due diavolesse non facevano che eccitarmi ancora di più. Non era il solo vederle fare sesso, ma anche sentire i loro sospiri e mugolii di piacere, quando non m’insultavano per essere caduto come un pollo nella loro trappola. Mi era infatti chiaro che di me non gliene poteva importare nulla a nessuna delle due, e che la mia presenza era solo per soddisfare la voglia di sadismo, ma anche di esibizionismo di Amalia.
Alla fine, Valentina si girò per farsi vedere ancora meglio mentre cavalcava l’amica, che da parte sua le aveva messo le mani sul piccolo seno anche per sorreggerla.
La bionda si calmò solo quando ebbe il suo orgasmo, per poi quasi sdraiarsi su Amelia e scambiarsi teneri baci.
“Allora sfigato piaciuto lo spettacolo ?” mi chiese Valentina mentre si rivestiva,
“Sì ma ti prego fate venire anche me.” risposi cercando in loro un po’ di pietà.
“Io non posso devo tornare a casa che fra un po’ arriva mio marito, e stai tranquillo che lei non te lo tocca neppure coi guanti che usa per lavare i piatti.”
Le due si salutarono con l’ultimo lungo bacio, poi Valentina uscì da quella casa mentre io ero sempre legato con la mazza in tiro.
“Io vado a farmi una doccia, tu fai pure quello che vuoi.” mi disse Amalia ridendomi in faccia.
La sentii andare in bagno e farsi una doccia che mi parve interminabile, poi tornò in camera per truccarsi prima e vestirsi poi in modo molto elegante per la serata.
“Adesso ti libero, ma poi hai giusto il tempo per rivestirti e toglierti dalle palle, sono stata chiara ?”
“Chiarissima, solo dovrei andare in bagno…”
“Col cazzo che ci vai qui, come se non sapessi che vuoi solo segarti, quindi prendi la tua roba, mettila e sparisci che ho fretta, altrimenti rimetto lo strap-on e mi scopo anche te.”
Non ebbi il coraggio di replicare, così come di chiedere un passaggio sino al parcheggio del centro commerciale, che raggiunsi a piedi scoprendo che non era poi così vicino. Non andai però alla mia macchina, ma dritto nei bagni, dove mi tirai la sega più incredibile di tutta la mia vita, fregandomene di dove finissero gli schizzi di sperma che mi sembrarono non finissero mai.
Tolsi l’app d’incontri e bloccai il numero di Amalia per sicurezza, anche se lei non mi chiamò mai più, ma del resto era chiaro che s’era voluta togliere uno sfizio, e che io ero stato solo lo strumento per farlo.
Quando però mi capita di vedere un video lesbo penso però a quelle due ragazze, che mi fecero eccitare tanto da stare male, anche se non vorrei mai più ripetere quell’esperienza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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